L’1-0 della Roma: un elefante in un negozio di cristalli

Tre 1-0 di fila , 9 punti in classifica, difesa più forte del canpionato. I numeri parlano chiaro. La marcia della Roma è da primato.

Tutto vero.

Però si commetterebbe un grave errore cullarsi sulle tabelline.

Gli uno zero della Roma vanno interpretati, radiografati, discussi ad evitare bruschi risvegli.

Non basta specchiarsi nella classifica .

Quando il gol di scarto si presenta troppo spesso, viene in mente ciò che disse   Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».

Non cè bisogno di scomodare il dr Freud per affermare quanto sia rischioso l’andazzo.  Paradossalmente, l’ uno a zero corre il pericolo di fare più male che bene.

Se da una parte fa bene alla classifica, non va trascurata  l’altra parte della medaglia che vede in bilico partite fino al fischio di chiusura. Chiedete ad un tifoso quanto abbia dovuto penare prima di riuscire a cantare “Grazie Roma”.

Chi mastica di calcio sa che la beffa è sempre dietro l’angolo.

Colpisci pali, sfiori gol a raffica, imponi gioco e manovra ma se non la butti dentro un paio di volte. rischi di fare la fine di don Falcuccio, una mano di dietro e una davanti.

Un rimpallo, una deviazione sfortunata,un rigore all’ultimo minuto, può capitare di tutto a rendere amaro il boccone.

Forza giovanotti di Di Fancesco, datevi una mossa. Il piatto piange , si contano sulla punta delle dita i tiri in porta. Se El Sharavi non azzeca quel gioiello, come sarebbe andata a finire ?

A Parte la comparsata contro il Crotone,( una botta di goliardia non si nega a nessuno)  state camminnando sulla via indicata dal maestro.

Se la difesa da affidamento,  non è solo farina del suo sacco. E’ l’ intera squadra che si muove ad rendere più agevole il compito di Fazio e compagni.

Il tecnico abruzzese non fa che predicare, voglio che la squadra giochi in blocco senza privilegi  per questo o quel reparto.

La filosofia riscuote consensi , i progressi si vedono, crescono a vista d’cchio.

Il modello di   squadra si va disegnando con una appendice niente affatto tascurabile.

Altri danno importanza, sbandierano il turn over. Di Francesco lo usa  come routine. Cambia ogni domenica formazione, mirando allo scopo di mettere adosso ad ogni giocatore la naglia di titolare.

Far ruotare garretti e scarpini,  è una mossa inteligente in torneo lungo, stressante con puntate in champions.

Solo di una cosa ti preghiamo Eusebio. Tu che sei maestro di accorgimenti tattici, fai uno strappo alla regola. Dai uno sguardo alla linea offensiva . Ti accorgerai che le difese abbiano imparato ad avere un un ” occhio di riguardo ” per Dzeco, chiuso in una gabbia come è avvenuto puntualmente anche ieri sera.

Trova la maniera di mettergli accanto una spalla. Qualcuno che duetti con lui,  lo  aiuti a scardinare le aree avversarie .

E’ vero che i campionati si vincono con le difese forti. Ma se non segni finisce zero a zero .

Non sempre è domenica . Alla lunga, un solo golletto potrebbe non bastare.

Animo dunque, torniamo ai tempi in cui si marciava con due e più reti a partita.

Con una eccezione che conferma la regola.

Truppa giallorossa, se contro il Chelsea metti in porta una sola rete di dritto, di rovescio, di rimpallo, di striscio, di tacco , di punta, di ginocchio, di piatto non staremo a guardare il capello.

Viva e sempre viva, l’uno a zero

 

 

 

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